LA CRISI DEL REALITY SHOW IN ITALIA

A Cura di Giovanni Maglio

Se c’è un genere televisivo che ha saputo ritagliarsi un importante spazio negli anni, quello è certamente il reality show.

Sbarcato in Italia con “Grande Fratello”, che nel 2000 incollò davanti allo schermo ben 16 milioni di spettatori, questo fenomeno ha visto poi la nascita di vari titoli noti come “L’isola dei famosi”, “La talpa”, “La fattoria” e “La pupa e il secchione”.

Molti volti sono diventati famosi o riscoperti grazie a queste trasmissioni, tuttavia oggi il panorama sembra mutare.

Negli ultimi anni, i reality in Italia hanno iniziato a soffrire e non poco. Format, una volta di successo stanno registrando ascolti bassi e, in alcuni casi, sono stati chiusi senza troppi rimpianti.

Pensiamo subito a “Il collegio”, una delle perle di Rai 2, che ha chiuso nell’indifferenza generale, ma anche il tentativo di riaccendere l’interesse con “La talpa – Who is the mole?”, condotto da
Diletta Leotta, ha clamorosamente fallito. Anche i programmi più storici come “L’Isola dei famosi” e “Grande Fratello” mostrano segni di cedimento, con audience che spesso non supera il 16% con puntate che terminano in notte inoltrata.

E così ci si interroga: perché il genere reality non suscita più l’entusiasmo di un tempo in Italia?

Il problema è evidente: conduzioni poco accattivanti, spesso affidate a opinionisti che sembrano più gossippari (significativa è la situazione di Signorini) o poco incisivi come Luxuria. A queste scelte si aggiungono cast sempre più low cost e meno intriganti, privi delle dinamiche che un tempo alimentavano il programma.
Eppure, non è così ovunque. In Spagna, “Supervivientes” continua a trionfare su Telecinco con Jorge Javier Vázquez, una figura iconica nel panorama dei reality. “Gran Hermano” ha visto un incremento di oltre due
punti di share, mentre “La isla de las tentaciones” ha catturato anche l’attenzione del pubblico italiano. Nel Regno Unito, “The traitors” ha raggiunto quasi 10 milioni di spettatori in sole dodici puntate.
Non si può dunque affermare che il reality sia in crisi; è la modalità con cui viene proposto a essere cambiata.

Gli appassionati non cercano eleganza o cultura, altrimenti cambierebbero canale. Spagna e Regno Unito hanno
capito questa realtà, ma in Italia Mediaset sembra aver fatto esattamente il contrario, cercando di presentare i reality in una chiave elegante e gentile. Un approccio che, a conti fatti, sembra causare la progressiva esautorazione di questi programmi.
L’ipocrisia non è gradita al pubblico; continuare a dipingere la porta rossa della casa più spiata d’Italia come quella di un monastero non porterà altro che disinteresse.

Se non si torna alle origini e si abbraccia l’essenza cruda e senza fronzoli del genere, il rischio di una morte lenta del reality italiano è ogni giorno più concreto.

Affidiamo così le nostre speranze a “The couple”, pronto (un parolone) con Ilary Blasi ad andare in onda.

Vediamo il promo che sta circolando:

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